La terra al piede nudo
presta mollezza e ghiaccio e zolle
e dalla pressa scruto
la polvere che esplode
e cerca il vuoto
come un nido.
Sfioro dell’erba
accanto a un fiore giallo su un tombino
in respiro di fogna. Sbatte
lo spigolo la palma
e il sangue si raggruma.
Chiodi sulle strisce
e vetri acuminati
sbuffi da mille suole, calci
sul tendine affilato.
Al rosso
alzo lo sguardo in fondo
e passo
dove c’è un prato.
14 febbraio 2018
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Se ci si tocca ad un incrocio ci si contamina, rimane impresso un marchio senza tempo per riconoscersi.