E torneremo moltitudine

Questo continuo a non vedere:
natura che esplode
in erba, colori e acqua,
il brulicare sui prati,
in vortici di nenia
e bianca spuma. 
E ora
il piede inciampa in solitudine
di inverno, appeso a ieri.
Spaventa
il numero che sale,
fosse onda il male.
Ma il mare siamo noi
fatti di vento,
fatica a non spirare.

A me
che torneremo ciuffi d'anime,
e popolo sui rami,
stormo
a premere l'asfalto liso
dell'epidermide.