Due Cento quarantadue

Il mio indirizzo è oscuro, per questo quando verrai
sarai già in ritardo, ti aggirerai con l'affanno e crederai
di aver sbagliato  l'inizio. Se poi riuscirai ad orientarti,
troverai la museruola alla porta e la via torta come uno
spasmo.Le finestre saran già serrate, nessuno guarda
dentro ciò che non può guardare fuori, le luci soffocate
dalla mano che non vuole si alzi la voce. Questo è
il mio ventre, inospitale e randagio, macchiato di una
colpa caduta dal tavolo proprio nella sua direzione,
rossa ma non di sangue e nera, degna del buio.
Non so quante altre volte tenterai questa impresa
che è un nodo e  ti porterà sempre al punto di inciampo,
so la tua ostinazione lucente, ma la mia  fama più antica.
Perchè vuoi una casa di chiodi se puoi ottenere una vita?
Non si semina dove non si può spiare una virgola verde
schizzare lenta dal terreno. Dunque vai via, sei ancora in tempo.
Io mi trattengo ancora un poco questo nido amputato della cova.