E ancora...

E ancora osservo
quelle parole grevi
nel loro fluttuare instabile
verso l’ignaro crepuscolo
come ballerini acerbi
su punte di piedi incerti
a strappare un applauso
prima dell’ultimo ballo.

E ancora attendo
quello sguardo scevro
d’impenitente gioia
e sarcastico dolore
negli occhi il riflesso
d’uno specchio interrotto
e narciso il labbro
che non disegna contorni alla bocca.

Non lasciare acceso
il boulevard delle Madonne
affinché ogni parola lieve
non oscuri il tormento dell’attesa.