Aprile non s’accorge
delle parole sciolte nelle falde
di rivoli inquieti e sotterranei.
Aprile sorride nei giardini pensili,
ha finestre private
per chi ha fame di ginestre e sole.
Egocentrico, insinua crudezza
in fioriture, dove l’incanto
è un rampicante in dispersione.
Passa, apre cancelli asfittici.
Sfiora ‐miti in penombra‐
gli sguardi che hanno brillato
d’istinti buoni.
15 aprile 2017
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