Io,
padre del mio scrivere inutile,
nel dado che non è mai tratto,
divengo là
figlio d'irrilevanti versi.
E così vivo,
abbracciato imperdonato
alla povertà della mia mente,
costretta dai dolori dalla mia anima,
centro focale
delle mie angosce e dei miei tormenti
e del terrore che emana la mia onestà.
.
Cesare Moceo da Cefalù al mondo 70N poet‐ambassador t.d.r.
14 marzo 2024
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