Fra terra e vento

Poche gocce sul lastrico sconnesso
mutano il prospetto del mattino
e dalle umane impronte, sulla sabbia,
esumano la tomba antica del silenzio.

Oltre il corrimano l’esile glicine,
conteso fra terra e vento, accoglie
le prime fluide spezie delle nubi
e par sua la vera gioia, primitiva,

non la mia negoziata, stretta,
accantonata nella comune stagione,
piegata nell’orizzonte speculativo,
versa a una più solida cagione.