Frammenti d’universo
Frammenti d’universo
Siamo frammenti di universo vivo,
pura energia nel suo fluire eterno.
Ogni parola, ogni gesto che doniamo
è l’eco d’una stella che si spegne
e d’una che rinasce dal suo cuore.
Nel respiro profondo dell’essere,
ci offriamo come segni del cosmo,
in un rito che insegna e ci rammenta
che nulla resta immobile nel tempo,
che tutto è sacro,
anche ciò che si dissolve.
Giovanni Mascellaro
‘Frammenti d’universo’ si apre con una dichiarazione cosmica: l’essere umano non è isolato, ma parte integrante di un universo vivo, energia che fluisce senza interruzione.
Ogni parola e ogni gesto diventano allora più che semplici atti quotidiani: sono echi di stelle, segni di un ciclo eterno di morte e rinascita.
L’immagine della stella che si spegne e di quella che rinasce dal suo cuore restituisce la percezione di un cosmo dinamico, dove nulla si perde ma tutto si trasforma.
Il respiro dell’essere diventa rito, un atto sacro che ci collega al ritmo del cosmo.
In questa visione, l’uomo non è spettatore ma partecipe, portatore di segni che testimoniano la sacralità del tempo e del cambiamento.
La poesia ci ricorda che nulla resta immobile: il fluire è la legge universale, e proprio in questa transitorietà si rivela il senso del sacro. Anche ciò che si dissolve non è perdita, ma parte di un ciclo che custodisce significato.
Il testo si configura così come una meditazione sull’unità tra microcosmo e macrocosmo:
l’essere umano, con i suoi gesti e parole, è frammento di un universo che respira e si rinnova.
La dissolvenza non è negazione, ma compimento; la sacralità non è fissità, ma movimento.
La poesia diventa quindi un inno alla trasformazione, un invito a riconoscere la nostra appartenenza al flusso eterno dell’energia cosmica.