Giovane

Ora che tutto t’è venuto in uggia
t’affiderai ai segni del tramonto;
ripenserai alle mille astuzie,
ai giorni percorsi con la marcia
più veloce della vita stessa,
al trascurato valor delle minuzie,
al troppo volar dell’incoscienza,
alla mancata rinunzia.
Saprai che la pazienza,
se bene esercitata,
ti sarebbe sembrata più fresca
dell’aria respirata.
Questo saprai quel giorno,
un giorno di sottili rughe
che un vuoto bruciante ti leggerà negli occhi
la prepotenza amica e quell’insofferenza
usate come un ubriaco,
compiacenti come dei balocchi,
bruciata alla rincorsa del successo.
Pensaci figlio,
questo tuo cuor non sia mostro crudele,
ma scrigno di bene prezioso e raro,
faro splendente, utile consiglio,
conquista d’onestà e salute,
un delicato abbraccio fanciulla
per non scoprirti terrificante nulla.