Gli eruditi

Teste calve, obliòse dei loro peccati,
Vecchie, dotte, venerande teste calve,
Dànno alle stampe e annotano i versi
Che giovani, nei loro letti insonni,
Rimarono in angoscia d'amore
Per blandire l'orecchio stolto della bellezza. Fino al giorno del giudizio tossiranno nell'inchiestro,
Il tappeto con le scarpe limeranno,
Venerati; non avranno amici strani,
Se mai fecero peccato non si sa:
Signore Iddio, che cosa mai direbbero
Il giorno che il loro Catullo passasse di là!