Le parole scrutano gli occhi della notte
e fanno rumore quando sfidano la luna
che sbircia discreta i nostri sogni.
Ignara è la sorte
che solo alcune approderanno alla meta
a comporre lo spartito della gioia
o la grammatica dell’estrema perdizione.
Le altre
abortite nell’oblio dell’origine
sosteranno sulla soglia dell’attesa
per ricevere il bacio della notte
finché usciranno da quel limbo
labile confine con la morte
per esser convocate dai poeti
all’appello di una nuova epifania.
Perché immensa è la pietà dell’aurora
dinnanzi all’eterno domandare.
14 agosto 2012
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