Hymnus ad nocturnum

Ho la calma di un morto:
guardo il letto che attende
le mie membra e lo specchio
che mi riflette assorto. Non so vincere il gelo
dell'angoscia, piangendo,
come un tempo, nel cuore
della terra e del cielo. Non so fingermi calme
o indifferenze o altre
giovanili prodezze,
serti di mirto o palme. O immoto Dio che odio
fa che emani ancora
vita dalla mia vita
non m'importa più il modo.