I pungoli dell'anima

Sguardi obliqui, labbra a sogghigno,
un'inquietudine serpeggia nel loro incedere.
Sono i provocatori, funamboli dell'insoddisfazione,
che danzano sul filo teso del dissenso.

Le loro parole, lame affilate,
lacerano il velo dell'apatia,
pungolano le coscienze addormentate,
innescando il fuoco della riflessione.

Come giullari irriverenti,
sovvertono l'ordine costituito,
smontano le ipocrisie con beffarda ironia,
e svelano le verità nascoste sotto il tappeto.

Sono spine nel fianco del potere,
pungoli che tormentano la quiete,
semi di zizzania nell'orto del conformismo,
la loro presenza è un'inquietante benedizione.

Li odiano o li amano,
ma nessuno può ignorarli,
perché i provocatori sono lo specchio
in cui si riflette la nostra inquietudine.

Sono il sale della terra,
che impedisce al mondo di marcire nella mediocrità,
la voce scomoda che ci ricorda
che la vita è un viaggio, non una destinazione.

Amateli o odiateli,
non potrete mai domarli,
perché i provocatori sono come il vento,
selvaggi e liberi, sfuggono a ogni controllo.