Il cielo riflette
lo scoglio
dove giace la mia anima
Crolla quell’atmosfera seducente
si ritrae la mia espansione
dentro proiezioni immaginarie.
Il freddo prende, sorpassa,
lasciando aperti varchi indefinibili
dove germoglia il dubbio.
Ho giocato,
rischiato con la morte del sentire
masticando l’amaro di genziana,
ma il dado è rimbalzato sul velluto.
E non mi volto ad osservare
occhi di orbite celesti
nascosti dietro persiane chiuse.
Ad ammirare l’antipode
senza contrappeso.
27 giugno 2006
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le cose che non ho detto sono in un cassetto aperto in cui tutti possono frugare, con la mia autorizzazione.