Stavo sognando di sconosciuti, strade assolate, gente che rideva,
quando improvviso eruppe un grosso, famelico tapiro bianco.
Con morsi voraci prese a divorare il mio sogno, chiazze di buio che si allargano.
Signor Tapiro non mangiare il mio sogno!
Signor Tapiro non rubare il mie speranze!
Si girò a guardarmi e un ghigno di scherno apparve sul suo muso,
un ultimo morso e il buio inghiottì tutto.
Un ultimo ricordo, la risata beffarda del tapiro in lontananza.
Scritta il 16‐05‐2006
10 luglio 2011
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