Il mare tra le mani

Ti ho visto,
e il mondo ha fatto silenzio
come una stanza dove entra il mare.

Allora ho cercato la tua voce
nelle crepe della mia solitudine,
e ho trovato un alfabeto nuovo
scolpito nella tua assenza.

Ho scritto amore
con le lettere del tuo nome,
ma mi tremavano le mani,
perché ogni vocale era una ferita
e ogni consonante un ritorno.

Tu non lo sai,
ma quando passi
si incendiano le ombre
e il mio cuore — quel vecchio ubriaco —
si inginocchia a chiedere perdono
per tutto il troppo sentire.

Eppure ti guardo
come si guarda la pioggia da un treno:
con la certezza di non possederti
e la disperazione di averti già perduto.

Così resto qui,
mutolito da te,
a lasciare che il tuo nome
mi fiorisca in petto
come una rosa che non dorme.