Dall’angolo del mio esistere
guardai il profilo del tempo.
Linea di gota frastagliata
come disagevole scogliera,
nessun accenno di un sorriso
e nera palpebra increspata.
Ebbi paura e chinando gli occhi
scansai d’intorno ruvidi cuscini
per andare di corsa ad aprire
il cassetto della mera salvezza.
Giocai con la locomotiva di legno
e passai i trentasei colori
sulla vergine tela ammuffita.
Alzando lo sguardo vidi tracce di sole.
*Stesura 08/09/2015
13 febbraio 2019
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Ciao Primavera,
Ben tornata, scusa un po’ il disordine che trovi fuori e dentro me. So che hai portato come sempre il tuo soffio di vita e di bellezza, da sentire sulla pelle e nei cuori di tutti gli uomini e di tutte le donne di buona volontà. Con il caffè ti offrirò fiducia e speranza in cambio dei colori che vorrai donarmi.