Il saggio Kohelet così ammonisce!

Ancor risuona dalla nuvola alta alata una voce, ammonisce dell’Ecclesiaste il Saggio: il dolore assai aumenta forte chi alla natura con bramosia di far le fa violenza usando di poter voglia irrazionale vana superba conoscenza,

scorreva limpido il fiume chiaro azzurro prati fioriti erbe varie  profumate tante ecco il cemento alto duro del fiume nasce sbarramento usual lenta corsa qui s’arresta sparisce il verde un vasto immenso lago alberga,

montagne colline un tempo alberi svariati infiniti abeti pini larici maestose querce muschio licheni  per fauna e flora ecco il paradiso or quando la neve scende tra le imbiancate cime tra i pendii  presso le colline uno sciame una frotta allegra umana s’appresta della neve ai ludi da sci piste seggiovie ville alberghi ostelli questo lì tutto attorno nuovo regna e chiaro vedi l’antico idilliaco  paesaggio dolce sì tanto mutato

scienza e progresso ecco  farla sicuri da padroni

tranquilli i borghi  a valle  città e paesi già svegli ognun  pronto a riprender la vita quotidiana piana lavora la terra il contadino pronta è del fabbro la fucina gli operai solerti allegri son nell’officina i bimbi attenti a scuola le mamme fan la spesa passano  autobus tram  impiegati lì in attesa legge il giornale al bar seduto sereno  il pensionato

improvviso tuona il temporale pioggia  violenta torrenziale il fiume s’arrabbia si sbriciola il cemento pochi secondi senza preavviso  frana la montagna sparisce dov’era la collina l’alveo del fiume son le strade  in questa sua violenta corsa pietà non mostra  correndo verso il mare non s’arresta acqua fango detriti  portano solo morte e distruzione

calamità disastri naturali diranno come al solito alcuni imprevedibili nessun dubbio gridano altri azioni antropiche scellerate  l’avevam predetto i soliti giochetti vergognosi a scaricabarile  piangono intanto altri piangendo i loro morti