Specchio, che traluci diverso,
opaco soggiaci,
sommerso
in linee fiammeggianti di luce,
immagine che si rincorre,
lampi che si disperdono,
che sottendi un’armonia arcana,
un sotteso ricordo fugace,
un oblio tremendo
sprona lampi infiniti:
rimembra quello spazio,
soggiaci in quel trasporto,
rammenta l’ire immemore.
(19/11/1995)
Da Emanuele Marcuccio, Per una strada, SBC Edizioni, 2009.
4 ottobre 2011
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Il cuore, in apparenza semplice, nasconde un profondo abisso che solo Dio conosce, che spira a noi il vento della poesia donandoci solo dei barlumi, dei lampi fuggevoli di questo profondo abisso.
Emanuele Marcuccio, Pensieri Minimi e Massime, Photocity, 2012, n. 66, p. 19.