Vorrei essere la parola
un’assoluta freccia
e perforarti il cuore.
Porterai un disegno
nero di china che danza
nell’infinitesimale traccia.
Se, ora che sei il mio ultrasuono
sceso nel mio orecchio sordo
tradotto col dizionario dei miei sensi.
Vorrei quel senso sconosciuto
che mi esplora, indagandomi
nutrice di un pentagramma scritto.
In chiave di sol.
7 luglio 2006
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le cose che non ho detto sono in un cassetto aperto in cui tutti possono frugare, con la mia autorizzazione.