Cammina nell'autunno ancora acerba
mattina di bambini e di pacciame
attorno gonfie viscere – letame ‐
il male vomitato dentro serba.
Il marciapiede scotta di ferocia
il transito singhiozza nella buca
con la foga tatuata sulla nuca
indifferenza è carne che s’incrocia.
Adombra il vento un'oasi che acquieta
d’altare assente altrove ‐ dolce grata ‐
e s’apre al soffio d’alberi la meta
come il grido di bile macinata.
Sul sangue della lama sparge seta
e un cordolo di tregua alla giornata.
8 ottobre 2017
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Bisogna contribuire in ogni modo e con ogni mezzo all'abbassamento del livello di sofferenza globale. Ogni azione minima deve essere protesa verso il raggiungimento di questo unico fine.