Io,
garzone delle parole
padrone di me stesso,
resto grato ai miei versi
quali vie di fuga,
nel bisogno intimo
di sfuggire ai malesseri.
E risuonan forte i campanacci
del mio essere tragedia antica,
una mummia poetica
da seppellire nella pace idillica
del trattamento di favore.
.
Cesare Moceo da Cefalù al mondo quasi 71n poet‐ambassador t.d.r.
27 settembre 2024
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