Porta il tempo che al meriggio
guarda, o giorno
e scava solchi d'incolpevole
rugiada sul mio volto,
avvolgi pure l'anima mia
nell'ala sua dolce
e candida di "sorella tristezza"
ma, alfin
conducimi sino
alla soglia
di soavità della sera
ch'io di lei così
possa ebbriarmi...
ed arrivando allor
alle finestre socchiuse
della notte
che s'apriranno poi
‐ dolcemente ansiose ‐
nuovamente a te
per il domani.
Taranto, 31 marzo 2016.
18 dicembre 2018
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