La debil, piccioletta e fral mia barca

La debil, piccioletta e fral mia barca
oppressata è dalla marittima onda,
in modo che tanta acqua già vi abonda,
che perirà, tanto è di pensier' carca.

Poiché invan tanto tempo si rammarca,
e par Nettuno a' suo prieghi s'asconda
tra scogli, e dove l'acqua è più profonda;
or pensi ognun con che sicurtà varca.

Io veggio i venti ognor ver' me più feri,
ma Fortuna e Amor, che sta al timone,
mi disson non giovar l'aver paura;

ch'è meglio in ogni avversitate speri.
E par che questo ancor vogli ragione,
che colui alfin vince, che la dura.