La mia brama

Un tempo avrei cavalcato verso i tuoi desideri
per placare il mio malessere.
Avrei cercato il mio feroce smarrimento
e la tua dolce sottomissione.
Avrei rincorso le tue ciglia contemplanti
solo per avere una tregua illusoria
per pietrificarmi nella tua sensualità,
estraniarmi nel tuo inseguimento.
Ma ora il tuo sguardo perplesso,
schiavo della mia curiosa indolenza,
mi palesa la tua debole trama
di uomo fallace e disarmato
e l’ardore muore insieme alla tensione
non bramo più condivisione cocente,
non voglio filtri o amplificazioni
di una riflessione troppo personale.