La neve, l'amore e la voce divina

Il vento spira a intervalli regolari come il respiro di un dio;
mentre la neve scende giù soavemente,
i suoi cristalli  minuscoli gioielli,
riflette in ogni direzione la luce dei lampioni.
Un soffice candido manto va ricoprendo il fondo stradale,
auto di ogni foggia e colore si mutano in bizzarre collinette.

Il silenzio cala su tutto, ma il perpetuarsi del soffio divino,
ormai unico e possente, cattura la mia attenzione.
Poi il soffio si tramuta in voce, le raffiche in parole:
l'Entità suprema mi sta parlando,
ora con irata cacofonia d'odio,
ora con dolce melodia d'amore.
Comunica la sua collera, la sua tristezza:
l'umanità sta devastando il mondo donatole per dimora;
l'uomo sta distruggendo se stesso e la vita che lo circonda.

Ma poi la voce, investendo il mio cuore e la mia mente,
come onda accarezza lievemente la sabbia,
prende a parlare delle cento forme di amore pervase nell'universo.
Gli occhi si vanno riempiendo di immagini e così vedo:
l'amore di una bimba per il suo piccolo cagnolino;
l'amore reciproco tra genitori e figli;
l'amore di un ragazzo e di una ragazza,
che incuranti della folla  circostante,
si baciano in mezzo alla piazza;
l'amore senza pretese di chi dona se stesso ai bisognosi.
Altri infiniti tipi d'amore si mostrano sovrapponendosi,
fino a fondersi nel sentimento più grande,
l'Amore dell'Entità suprema per il Tutto.
Forza di una grandezza a stento espressa da una così piccola parola.

Le guance si rigano di lacrime, lucenti come neve.
Ora ho finalmente compreso.
E mi accorgo che la voce ha smesso di parlare,
che la neve ha smesso di cadere.
C'è solo il silenzio.