La porta

Aperta o socchiusa ansima di noi
poi tace serrata.
Viavai della storia ne conserva la memoria.
Resta chiusa alla cattiveria,
tende l’udito alle lusinghe,
si dona alla miseria, sorride al vagito.
Fa passare i sogni della fanciullezza,
accarezza i passi della sposa,
riposa la coscienza.
Stanca del suo fardello d’esistere
cigola al passar del dubbio,
stormisce ai profumi di stagione,
s’inchina al passar della ragione,
e non resiste all’amore.
Il pensiero passa inosservato,
si chiude al dolore,
libera il passaggio alla sorte,
appende ghirlanda di spine
genuflette alla morte
patria senza confine.
Settembre 2005