La porta nel tumulo

La fronte fredda
Sul coperchio di zinco
Che scivola nell'urna.
Il graffio della spatola pareggia
La malta 
A saldo delle fughe.
Il marmo
Rimbomba 
Nel vuoto del buio
E come a casa
Bussa
Alla porta nel tumulo.
Ora corri 
Corri e sorridi, sul viso più traccia 
d'alcuna ferita.
E ti senti chiamare
Da lontano, dal cielo
Dall'erba che scintilla di sole
Dal rosso della terra d'ulivi 
Dal vento di mare 
Sulle canne piegate
Dai pampini già saturi
D'una promessa d'acini 
Di negramaro.
È la mamma! È la mamma!
È la mamma che chiama!