La promessa (amor sacro, amor profano)

Io sono la vergine, il candido giglio, l’eterna
Promessa. Il giorno nasce è muore , l’attesa
Del tuo ritorno, mi ha resa immortale, come il fiume
Che scorre nella pace ,come la pietra immota e
glabra. Mai stanca di te. Ho spalancato le ali,
“Amor che sogna Amore”.Odo il coro cantare
Fraterno degli Angeli sulle celesti sfere fiammeggianti,
caduta nel mondo, per un solo profano bacio dell’uomo.
Vieni densa notte, e nel fumo oscuro del tuo scialle
avvolgimi senza domare la forza nella mia
affilata lingua che il suo nome segreto porta.

Un diluvio la mia preghiera, sono quella donna
Che ha scelto, il servo, il re, il mendicante, e l’uomo.
Amara è la sorte che nella sconfitta mi fa vittoriosa
in quel regno di gelide rocce ti faro’ sorgere,
sarai luce che la mia bocca accoglie l’intrigo
proteso a un ribollir di maghe voglie volte a
congiunte abbacinate labbra. Nelle mie cosce
attracchera’ la tua nave, e da quei porti sinuosi
giungerai alla mia bocca beata .Giuro,amerai di
miele le midolla,sull’ombelico poggerai una
foglia che di rosa odora,e la tua bianca corona.

Dove c'incontremo? Nel fragore del tuono,
nel bagliore tra i lampi,o nella tempesta, in volto
alla bruma o all’aria sporca,la terra ha le sue bolle
come il fiume , dissolte nel soffio come il fiato.
Venite, spiriti che promanate pensieri di morte,
spogliatemi del sesso, e dalla testa ai piedi
colmatemi della potenza delle streghe
notturne, venite alle mie mammelle di donna e
trasmutate il mio latte in bevanda di ebbrezza,
e fate che sia lesto il suo ritorno, attesa nelle
stanze adorne,con una lampada, l’occulta eclissi
nelle vampe dei cuori egli con zelo trasogna.
Eterna purezza è l’amore che la carne consuma
e pallido il giorno di tedio diviene.

La tormenta di Odino e alle porte,annunzia la santa
visione,pura e sfavillante su libri in ferro che
intaglia predizioni sulla quercia.Guerrieri con corna di cervo
a danza nel Valhalla ,e maschere di becchi corvini, avvinazzati innanzi i diafani occhi delle vecchia strega sulla montagna.
Non moriro’ senza l’alba che canti di una festa,
piantero’nella terra il seme di un amore, io v’invoco
Ministri d’innamorati occhi, col mio sangue la sua vita
Convoco, l’amato genuflesso alle ginocchia.
Col velluto della mia voce, riflesso diedi ad
Ogni tuo sguardo , faro di colori, specchio di speranze,
fluttuano anelli di nebbia tra le fronde, un dio copre
la foresta, siamo stelle eterne che sul mare brillano
tremende, sorrisi che vestono le selve.Casto è il Sole.
Ho gettato il mio corpo sul tappeto per te, mai un
profondo amore ha salvato l’orgoglioso volto di
un’amante se non per il potere di un bacio, bacia
le colline dei miei seni, la chioma di gelsomini,
ed ogni argine che possiedi. Tutto l’oro del sole
spalmato in cielo col suo raggio colsi, a cingere
il tuo abito, rubai la luna nella valle, rabbuio’ il
villaggio sotto un’eco di campane, e illuminai
le finestre della tua casa solitaria.

Ho visione di cio’ che brami ,il tuo petto si gonfia
Virile, le mie iridi di anemoni intrecciati al filo
spinato, le labbra succinte,viola e raschiate dalle tenaglie
notturne,le gambe trasudate, aperte come
lance verso la follia di un tetto, e le giarrettiere
che t’impiccano al piacere, le pareti con le orme
dei miei seni, imbrattate di sudore, olio della mia carne,
svenimento per i tuoi tanti vizi, ti guardo , sentivo
che era dolce morire, precipizio intenso,e sbattiti sul
nero vischio del pavimento. Hai il fuoco che straripa
nel mio sangue, bere vorresti le acque dalle mie faide.
Osservare mentre ti spogliavi,vago e intenso il desio,
Promessa di un ignoto mondo, con migliaia di
civette svolazzanti alla finestra, le mie dita ti hanno
toccata,pienezza di contorni. Ho impresso
su ogni poro le urla sfondate, ho le macchie della tua vita,
lacrime e saliva, afferrando le mie anche appoggiata
a un tavolo, cercavi amore, una porta per godere
strappando le mie calze d’azzurre smanie,
e traforando oltre per vivere di vita, ramingo
zingaro felice. Anima selvaggia,pensi di giacermi affianco?
Io Sono il petalo mai sfiorato, il monastero di Dio,
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