Legittima difesa e... alleluia!

Ora la notte qui non è più buia
la illumina il riflesso della canna
di quest’arnese, sporta come zanna
che aggetta fiera dalla fitta tuia.

Fino al tramonto a salve si può armare
a chi vi turba il grotto sulla fronte
non c’è che digrignare arcate smunte

o ancora l’altra guancia rimostrare.
Ma appena il sole cala all’orizzonte
disintegra sorprese anche presunte.

Se d’uno spillo acuminate punte
minacciano un pericolo imminente
sappiate che v’assiste l’esimente:
legittima difesa e… alleluia!

C’è già la legge, ancor non scritta bene
e in caso di legittima reazione
a un’aggressione ingiusta e contestabile

non c’è poi da scontare grosse pene
se la difesa a offesa è proporzione
‐ con quella attuale e questa inevitabile ‐

e la reazione è l’unica pensabile.
Però questione vera e assai spinosa
è la non netta proporzione, cosa
più ambigua, perché il giudice s’abbuia.

Ma se la differenza è rilevante
tra male inflitto e male minacciato
‐ laddove l’arma punti i fuggitivi ‐

non c’è esimente e scatta l’aggravante.
Ma che il far west sia almeno scongiurato
che detti sempre il giudice i motivi

e che soltanto in casi tassativi
si possa rilasciare una licenza
per tirar colpi ed allentar la lenza
in questi mari mondi troppo bui.