Chiamavo amore
un tuono che
mi attraversava il petto,
lo chiamavo più forte
quando c'era
un filo spinato
a graffiarmi
senza permesso.
Lo chiamavo amore,
ma io non sapevo
parlare,
stringevo fra le mani
fogli di diari
scritti con l'anima
che in segreto perdeva
o metteva le ali.
Chiudevo gli occhi
gonfi di pianto e memoria,
lo chiamavo amore
quel suo sguardo
che raggiungeva
il mio dolore.
23 agosto 2023
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Dopo aver pianto, negli occhi rimane la seta dell'anima che riveste d'amore il suo cammino.