Melodia d'autunno
L’aria si veste di un giallo più quieto,
e il sole accarezza senza più ardore.
Sui rami affiora un rosso discreto
che il vento racconta con voce minore.
Scricchiola il passo sul tappeto dorato
di foglie stanche che il tempo ha lasciato.
Sale un profumo di terra appagata,
di funghi nascosti, d’uva vendemmiata.
La nebbia si posa, un velo leggero,
sui campi distesi a un riposo severo.
L’ombra si allunga, più lenta e pensosa,
chiamando al focolare la sera silenziosa.
L’autunno è un respiro che invita a sostare,
una tregua gentile prima di gelare.
Non spezza, non brucia: insegna a lasciare,
a fare del poco un modo di stare.
È malinconia che non chiede riparo,
ma spazio, ascolto, un tempo più raro.
Qui l’anima pesa ciò che ha perduto
e scopre che il vuoto può farsi contenuto.