Meriggio a Piombino

Nubi alle Capanne
Leggere e posate
Soffici le ondate 
Sulla vita in panne

Sguardo volge fiero
E la vista segue il pensiero
Sotto un strano solleone
Guardando l'île di Napoleone

Compagnia antica rimane
Tra sorelle vicine e lontane
Come una trama dal segno fitto
Eccola, insperata, quella de' relitto.

Guardiana a chiusura 
Di un tesoro di cui ti nutri
Vicino alle sue mura
La fedele Giannutri. 

Volgi il capo col sorriso
Il sole ti scalda ormai il viso
Cerboli e Palmarola t'han visto
Selvaggia e potente, Montecristo. 

Esplode di contorni e bellezza
Come dentro ad una polveriera
Addolcita da una tiepida brezza
Sei tu, Elba, la vera miniera.

È una mano che cinge la vita
Frastagliata e nerboruta
Chiude il mare come una matita
Corsica, mai posseduta

Sincero scoglio livornese
Passaggio di rotta francese
Unica senza un vera playa,
Aspra, decisa e netta, Capraia. 

Il nord si fa evidente
In un vociare di gabbiani
Nella vista sei l'unica assente
Testimone dei tempi pisani.

Da Salivoli all'Argentario,
Protetto come un fortino,
Un regalo, una foto nel diario
Magia di un meriggio a Piombino.