Nel ventre
il marchio
impresso a fuoco sulle carni tu sei
Sulla pelle
geografie d’esistenze
‐ le nostre ‐
con altri mondi e nessun mondo
Fuori
d’ogni concepibile strallo
il nostro navigare:
oltre noi con noi fra noi per noi
Umide labbra
su ogn’attimo di vita
incisa sulla pelle:
noi
Labbra a germogliare
pelle baciata
Gocce d’oceano
a ingravidare onde:
noi
Squama
di sirena folle
in cicatrice d’anima mi rifugio
Lì ti amo lì ti prendo lì ti annego
Squama squarcio il tuo ventre
e nel mio t’accolgo.
26 novembre 2021
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Bisogna essere pane per chi ha fame, l'apertura dell'anima spesso fa confondere l'affamato con il famelico, è pericoloso, si può esser mangiati e vomitati.