Non chiamatemi poeta
Al suol
che libero passo calpesta
d'uomo stanco di vita e lavoro
e porta con sé fatica e allegria
poiché di sfamar la prole è contento
battegli forte il cuor
d'un papitar furioso
all'irradiar nel tramonto la mente
d'amor e pensieri
e rifiorir l'anima
di rose e roseti
E avanzan lenti i suoi andar
un dietro l'altro al desio
con gli occhi al Cielo
a ringraziar Madonna Maria
senza lamento o mugugno
per l'ossa dolenti
nell'ombre lunghe
di quel sole calante
.
Per Voi Cesare Moceo,
uomo con valori democratici
in vivaci sentimenti patriottici.
Da Cefalù al mondo
poet‐ambassador t.d.r.