Onirica

Era autunno profondo, forse quasi mattina
L’alba cauta fioriva mentre il sogno incupiva:
D’improvviso ero dentro ad un buco profondo
Scivolavo sospesa dall’altra parte del mondo.
Vorticosa volavo fino al ventre velato
Di un pensiero mai detto, un sospiro mai nato.
Il terrore gelava di ignoto le membra
Solo buoi e paura, niente luce ne ombra.
Non potevo gridare per esprimer l’orrore
Di quel viaggio abissale nell’onirico dolore,
Tra le molli pareti non potevo afferrare
Che l’ignoto che avanza fino a soffocare.
Poi la luce e le fiamme mi mordettero il cuore
Infilzato da lance taglienti come l’onore
Non sentivo più il sangue scorrer nelle mie vene
Ma un veleno vischioso che uccideva le pene.
Fu lì che mi destai angosciata e sgomenta
Tra le palpebre un’unica lacrima spenta.
Nel silenzio racchiusi il sospiro di vita
Alienata dal senso di ogni cosa capita.