Ontologia

La gente che ha studiato non capisce, si è applicata, ha imparato e sa ripetere, ma non capisce. Come il caffè del mattino, che vuoi ne sappia lui di te, desideriamo tanto un amico non tanto per potergli parlare, quanto per nascondergli le cose, le confidenze le affidiamo agli sconosciuti, così come i sogni sono sempre dedicati a personaggi non vissuti. Il mondo è morto e tu continui a cercare di elargire il torto, regge il metafisico segnale di non appartenenza all'ornamento, parlami di te, di ogni giorno che ancora devi compiere, a Socrate, Euripide e Platone ti risponderò con Sergio Endrigo, Paolo Conte e Fred Buscaglione. Mimetizzati tra le pagine, vivisezionati la cartilagine, penuria d'ombra, tuffo a bomba, ai dialoghi del Simposio preferisco dirti Io che amo solo te, ad Ifigenia in Aulide offrirò un Gelato al limon, al Conosci te stesso glisserò con un Pensa ai fatti tuoi. Siamo la primavera di due lucertole che fumano in disparte, come le stagioni ripetiamo in sequenza i medesimi errori, l'incapacità di tramutarli in orrori ci salverà.