Riprendere un’isola di tempo
lo spazio che ci divide, l’ingorgo dei pensieri
eterogeneo e muto come un desiderio
che ancora s’appresta a calpestare ombre
che il sole ci nega al culmine del giorno,
se vogliamo vivere di ogni sensazione
l’attimo che trascende e svola all’orizzonte
il dissentire assoluto della macerazione
il mito che striscia come serpe a riempire il vuoto,
la sola ragione che ci resta è appesa a un filo
che invisibile assapora del nulla il gusto acerbo
e nel vuoto‐pieno ci conduce.
Esiste solo il verbo
ora, a rammendare strappi che illudono il destino
del non esistere che invisibile li scuce.
28 febbraio 2009
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