Non c’è più pace tra questi rilievi di
ombre e nevrasteniche figure.
Nemmeno più l’aurora
ha il sapore di una dolce marea.
Sbattere contro altere sponde
crucciandosi per edemi mai leniti,
come un condannato morire
nella gracilità del non‐essere.
La pace sarà annessa
alla poesia di nuvole non sorte,
o all’estuoso mareggiare
di onde inarrivabili.
24 gennaio 2008
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