Ti stringo in un abbraccio che fa male,
e toglie l'aria all'anima.
Senza parole
il gesto mi condanna,
ed il tuo sguardo amplifica il silenzio.
L'addio febbrile
offerto alla tua terra,
si mescola a lamenti dissonanti,
portati via dal vento.
Capelli d'ebano tra i seni
l'unica vanità di donna,
pelle di luna.
Tornerò qui al calar del giorno,
in cerca del mio cuore sporco,
perso nel Lago sacro
mille lune fa.
E' tardi per il pianto
e passo oltre,
il cielo prodigioso
si adombra e piange.
6 febbraio 2008
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