Mi aspetto
il suo vivere incolto essere colto
come un’intimità
propizia ad arretrate albe
di quando il cuore non era
un sovraccarico nocciolo
sibillino segreto
abbandonato a orme d’arsura.
Ancora sogno di un sogno
contrastare l’oscurità
sfiancare nubi di spine
per disarmate coltri
lottare ‐ pregare ‐ piegare
lame di laghi immobili
per il suo pianto ‐ senza pianto
deserto da fiorire.
Con occhi sbarrati io sogno,
lo vedo tagliare aiuole. Uscire.
26 dicembre 2018
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Quel che oggi ci sembra vitale, un giorno sarà né più né meno che una sciocchezza gonfiata.