Da ricordi accartocciati
pieghe distese in dolcezze di versi
in fondo
trafitture sottili nell’anima offesa
il fragore dell’alta marea
che si rompe su opposte scogliere
e il rombo del tuono nel buio.
Ho giocato a fare il poeta.
Non rimanere così
prigioniero di specchi distorti.
Cancella il passato ormai secco
come del pergolato
in autunno i viticci
il nostro giorno vivo
e maturo d’amore moltiplicato.
Ci ripaga
questa primavera di gemme
che volta le spalle all’inverno.
10 gennaio 2009
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