Talora invoco l’immagine
ideale di me,
mi trastullo a sognare
l’io che potrei
se non fossi così.
Abito dimore esemplari
dove ogni cosa
è al suo posto
e non alligna l’errore.
Ascendo vette platoniche
spazzate da venti di perizia
a cui manca l’aria reale.
Da quelle altezze
rinvengo lentamente
la mia miseria,
celebro stupito
l’essere consueto,
perfetto perché esisto,
perfetto perché sono amato.
9 dicembre 2009
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