Insonnia che rapida vieni, spiega
all'illustre discepolo del niente
la vera verità dell'attimo fuggente!
Spiega che morendo s'insinua dentro
il corpo il verme distruttore
e l'anima impigrita non vuole
al Creatore, ma insana s'insabbia
ancora più giù, come un serpe
immondo che le nere visceri
non vorrebbero ospitare.
Niente resta dunque tranne il dolore,
e la fantasticheria simultanea
di una diversa fine che, principio
possibile di ogni mistero,
chiede una preghiera per trasformarsi
in niente.
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Il poeta è uno che abusivamente occupa spazi interiori per allargarli, che cattura l'istante per renderlo eterno.