Polaroid millenovecentosettantotto

I pensili erano isole di sogni infranti
e mia madre li risaliva per una conserva di pomodoro
su uno sgabello

io, per conto mio
avevo le gambe pressoché
alte uguali.

Ricordo
uno scamiciato leggero sopra un estate di dune di sabbia
una casa al mare e mobili che avevano una cerniera.
e la bocca dentro coppe piene_piene di fragole e limone.

Quello stesso anno seppellii una rondine
che aveva smesso le ali ‐ forse ‐ per troppo vento
sotto un palo della luce

ma non ne feci
parola con nessuno

Era una estate con la coda al vento
e millenovecentosettantotto.