Quelle labbra che sanno di terra ferma

Arranco nel sudore delle mie congetture
come uno scarto sul tappeto verde
nell'attesa di un settebello arrogante
che sparigli queste mie notti insonni.

Ho lasciato le speranze alla porta
prima di genuflettermi al pianto
e quel riecheggiar della parola “amore”
di cui mi giunge l'eco in lontananza
è una lama che scava nel cuore
dopo averne sedotto il battito.

Anche le lacrime si son diradate
indispettite dall'inconsistenza degli occhi
e lo sguardo non sa più che fare
se attorniato da specchi di morte.

Ho in me l'arsura del nulla
e la dislessia delle ipotesi
mentre la mia bocca invoca l'approdo
a quelle labbra che sanno di terra ferma.