Possa
la molla balzare
l’ordigno saltare
e l’ingegno cadere.
Riesca
a oscurare il sole
a far danzare gli amanti sepolti
a far rivivere i vecchi porti.
Inondi
il fango sui mostri grigi
la marea sul colle astante
l’ardore di nudi corpi
sul gelido sguardo del presente.
Nasconda
al domani l’odierno segreto
di poche ore disegnate
su tele portate
dall’abbraccio di labbra sconosciute.
E il profumo di viole
rivelerà l’unico scorcio scalfito
dal coraggio di Vivere.
18 gennaio 2009
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