Sei Cento Dieci

Sono più libera di me:
dal carico non si direbbe ma
nelle ossa ho ore d'aria e forma
di piuma. Quando il mondo mi
fa tana,  sigillo meglio le paratie
seminate lungo i fianchi, branchie,
bianche truffatrici dell'apnea.
Il mio midollo è disponibile in sughero,
birillo in standing ovation, erculea
resistenza fra i liquidi e gli spurghi.
Si, sono più libera di me: ho vocazione
da pennuto, cresco come un souffle,
guardatemi dal vetro lievitare ad uso vela.
Eppure la testa, maledetta,  sta sempre
là, zavorra e contrappeso,  a ricordarmi
la facilità del precipizio.
Dritta come una punta, l'asperità
in attesa del palloncino a zonzo, cappuccetto
rosso trova il lupo, prognata
Parca in imboscata, infida zanzara succhia elio.