Sei Cento Trentatrè

Dovrebbero elevarti un monumento: altero,
solido monolito dal piedistallo incorruttibile.
Con i piccioni che vanno intorno ed un bambino
che ti osserva come si fa col cielo, naso in su,
occhi nel sereno. La sera poi sbiancarti con
i lampioni, gonfie ciliegie cariche di ali, masturbazione
per moscerini. Dovrebbero erigerlo  dritto al centro
di ogni centro: colonnina  di mercurio e campanella
della scuola, santuario, abbazia, monastero , pendolo
e palazzo del ghiaccio, tendostruttura, adduttore,
catalizzatore, catrame e tubatura, le cose vengono
a te con disinvoltura, accentratore.
Tu che di un neo hai fatto il mio pozzo,  di un nome
la mia croce, di una vampa il cappio, meriteresti questi
ed altri colossei, trionfi ed architetture mentre mi chino
al tuo comando ed avvolgi il braccio intorno all'ombra.