Sentieri turchini

Ginestre disseminate sui sentieri del cielo,
tinteggiate di sole,
quando 'l minuscolo dito d'un bimbo sereno lo sfiora,
al fin di favorirsi di bellezza,
nonché aspirar gradito olezzo.
Dono divino d'accettar con gaiezza.

Ma ‘l presente di mera dolcezza,
distraente la sorte,
ha oramai fatto ‘l suo corso, è passato;
la fiammella vitale s'accorcia,
onde sfars'in un lago di cera,
in concordia col tempo del gioco.

Sottratta da strazio cerulea letizia,
s'ha d'abbuiar l'astrale arco,
onde non mostrar dolore,
prigioniero d'osservar con raccapriccio
lui nell'aere schizzar per un battere di ciglia,
indi piombar su natìa terra rosseggiante,
su cui 'l sangue si mischia
all'anonimo sangue fratello o nemico
e ‘l giovin respiro s'affievolisce in un istante.

Serrato nel pugno sì esiguo,
‘l suo fiore
ha perso profumo e colore;
pur raggiato di sole, ‘l petalo è or nero
parimenti al volto testé alquanto cereo.
Quas'immobile,
‘l tenero petto suo imberbe.

Si fa oscuro, ‘l tessuto del manto,
similmente alla pece,
nel mentre che, sovrastante, trasale,
al sottostant'epilogo, ‘l desolato suo sguardo.
Ancor massacro,
sul mondo terrestre...
L'atavica bestia interiore non muore.

Si son spente, le stelle,
per l'immane spiacere dell'assurda mattanza.
D'un pallor maggiorment'evidente,
s'è nascosta alla vista, la luna,
dietro nuvole in corsa, sotto sferza ventosa.
Romba ‘l tuono, al frangente;
schiantan dardi di fuoco sul suolo.

Or è muto, ‘l fragore,
s'è prostrato al silenzio imperante.
Ora tace, ‘l terrore,
appagata la morte e all'inverso...
Cala pioggia sul Campo di Marte,
scende 'l pianto del cielo;
ogni goccia,
amarezza sua intensa.
Dell'etereo padre, ‘l tormento.

Sa che ‘l vento ha immolato sull'ara d'intesa
‘l sospiro e ‘l sorriso del piccolo uomo,
di quel grande piccino,
che col tocco sfiorante s'ea carpito un suo fiore.
Sa altresì
che ben presto udirà i suoi passi bambini,
sui sentieri turchini,
ond'estrarre ginestre dipinte di sole.

Indi sa... Solo allor schiarirà ‘l suo colore.